Museo Navale, anno nero In calo le presenze anche in quello Ebraico

Due musei in difficoltà. Sono il Museo Storico Navale e il Museo Ebraico che nel 2017 - anno boom anche per i musei cittadini - hanno perso rispettivamente il 12 per cento e il 10 per cento dei loro visitatori.
Particolarmente seria la situazione del Museo Navale, che - affidato da oltre due anni alla Fondazione Musei Civici e a Vela (che gestisce l’Arsenale per conto del Comune) per rilanciarlo, è ancora fermo al palo e continua a perdere visitatori: altri 8 mila nell’ultimo anno, sfiorando quota 58 mila. Il progetto che non decolla è un modello dalle straordinarie potenzialità in una città come Venezia. Aperto soltanto il Padiglione delle Navi. «Ha fatto 65 mila visitatori nel 2016», dicono in Comune.
La convenzione firmata alla fine del 2014 tra Marina Militare, Difesa servizi, Vela e Fondazione Musei è in scadenza, ma non si sa cosa sarà di questo museo. Eppure sarebbe il più importante nel suo genere in Italia, con l’edificio principale, la cui area espositiva si sviluppa su cinque livelli per un totale di 42 sale espositive. Più, appunto, il Padiglione delle Navi. Ma manca ancora un ridisegno complessivo delle collezioni, forse anche perché è difficile fare sintesi tra i diversi soggetti che ora istituzionalmente se ne occupano. Ma il risultato è appunto la chiusura al pubblico pressoché permanente di buona parte di esso e il costante calo di visitatori.
Discorso diverso invece per il Museo Ebraico che solo nell’ultimo anno ha interrotto una crescita costante di visitatori negli anni che lo avevano portato nel 2016 a superare le 81.500 presenze. Nel 2017 invece si è scesi sotto le 74 mila, con un calo inaspettato del 10 per cento circa.
La collezione permanente del museo comprende oggetti rituali e di uso domestico legati alle festività ebraiche, tessuti di addobbo della Torah e della sinagoga, una collezione di contratti matrimoniali), una collezione di libri antichi tra cui uno dei primi Talmud stampato nel 1500. Gli spazi espositivi comprendono tra l’altro una sala degli argenti dedicata agli oggetti rituali legati alle varie festività ebraiche e agli abbellimenti della Torah e una lseconda sala invece presenta tessuti di addobbo della Sinagoga. La visita al museo si integra con quella alle sinagoghe, ma la diminuzione di visitatori dell’ultimo anno è un fenomeno ancora tutto da valutare. —
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