Morte di un neonato ginecologo a giudizio

Verrà processato per omicidio colposo dal giudice monocratico il ginecologo mestrino con studio in via Carducci Khaled Rafaii. Lo ha deciso ieri il giudice Massimo Vicinanza sulla base della richiesta del pubblico ministero Laura Cameli: stando alle accuse, a causa delle sua negligenza sarebbe morto un neonato, figlio di una coppia residente a Venezia che a lui si era rivolta perché seguisse la gravidanza della signora, una gravidanza difficile visto che la donna soffriva di diabete e di obesità. Nonostante questo, comunque, aveva portato già a termine due gravidanze e tutto era andato per il meglio in quelle occasioni. Stando agli accertamenti del medico legale, il nascituro era deceduto a causa della non corretta maturazione dei suoi organi interni.
Più d’una sono le negligenze contestate al ginecologo mestrino: nonostante la paziente gli avesse comunicato le sue patologie, il medico non le avrebbe prescritto tutti quegli esami necessari per seguire passo a passo l’andamento della gravidanza. Inoltre, non avrebbe monitorato la crescita del feto nel grembo materno durante i nove mesi. Le pesanti accusa mosse dalla rappresentante della Procura lagunare hanno preso spunto da una consulenza tecnica firmata dal medico legale Carlo Moreschi e dal ginecologo Giovanni Del Frate, entrambi di Udine.
Non solo: viste le condizioni della paziente, avrebbe dovuto partorire grazie al taglio cesareo, mentre secondo quanto da lei riferito, l’imputato le aveva assicurato che avrebbe potuto partorire in modo naturale. Tra l’altro, il dottor Rafaii aveva potuto visitare la donna in più occasioni, perché si era presentata più volte nel suo studio di via Carducci.
Alla scadenza dei nove mesi, la signora si era presentata assieme al marito presso il reparto di Ostetricia dell’ospedale dell’Angelo, ma una delle ostretiche di servizio le avevano spiegato che avrebbe dovuto prendere appuntamento, visto che il suo parto avrebbe dovuto essere fatto con il taglio cesareo, anche perché il nascituro era di dimensioni considerevoli, visto che alla fine era risultato pesare ben cinque chili e quattro etti. In quell’occasione le aveva dato appuntamento per il giorno successivo, così la signora si era presentata e però aveva partorito un neonato senza vita. La coppia, ieri, davanti al magistrato veneziano, si è costituita parte civile con l’avvocato trevigiano Raffaella Pretty Gorza, mentre l’imputato è difeso dall’avvocato veneziano Giovanni Fabris. Quest’ultimo ha chiesto il proscioglimento dell’imputato, sostenendo che era stata la parte offesa a non informare correttamente il ginecologo del suo stato di salute.
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