«Mesi durissimi, aiutato da famiglia e amici»

Mirco Mestre, dimagrito di 10 chili, è tornato libero. Per un anno non potrà esercitare la professione di avvocato



Finalmente libero, Mirco Mestre cerca di tornare alla vita. Quella normale, laddove sia ancora possibile per un uomo che è stato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, a Tolmezzo, poi a Venezia, da quel 19 febbraio, giorno che è marchiato a fuoco nella storia di Eraclea. Da giugno era ai domiciliari nella sua abitazione, la villa elegante in via Interessati a Eraclea Paese. Una prigione dorata per l’ex primo cittadino il cui legale, avvocato Emanuele Fragasso Jr, ha fatto istanza di revoca dei domiciliari non appena sono giunte le notifiche sulla fine delle indagini per i fatti di Eraclea. Per Mestre l’accusa è di voto di scambio: i voti del clan dei casalesi, un centinaio scarsi, che gli avrebbero consentito di vincere nel 2016. Lo scambio riguardava in particolare la realizzazione della centrale del Biogas di Stretti, che poi però non fu realizzata. Una vittoria di misura sul sindaco uscente Giorgio Talon, che gli è costata cara. Il carcere, adesso ancora la misura interdittiva in vigore per la professione di avvocato che non potrà esercitare per 12 mesi. Avrà perso quasi 10 chili l’ex sindaco di Eraclea che anche ieri ha fatto un lungo giro in bicicletta per respirare l’aria della sua città in una splendida giornata di sole dopo la pioggia dei giorni scorsi.

La comunità non gli ha mai girato le spalle. Ci sono 700 firme raccolte dal suo amico Luca Cerchier a suo sostegno attraverso i social, molti commenti della gente che da questa indagine è stata turbata. «Sono stati mesi durissimi», ammette Mestre nella sua abitazione misurando le parole una ad una, «mi hanno aiutato la mia famiglia, che sempre mi è stata vicina, mia moglie, i bambini. E poi tanti amici che adesso possono venire anche qui da me a trovarmi. Sul resto, la mia vicenda, le indagini, non voglio parlare. Ci saranno altri momenti e altre sedi e voglio consultarmi prima con il mio avvocato». Anche dallo studio Fragasso di Padova non sono giunte altre precisazioni.

Mestre ora sta cercando di tornare alla quotidianità che per forza di cose non sarà mai più la stessa, anche perché dovrà affrontare presto tutta la fase dei processi. E sarà particolarmente difficile per lui che è stato avvocato, ha una visione completa della giustizia e le sue pene, prima da una parte e poi tragicamente dall’altra.

Il vicesindaco di Eraclea, anche lui indagato in questa vasta indagine iniziata 10 anni fa, Graziano Teso, non lo ha ancora incontrato personalmente. «Come sta Mirco, bene?», chiede con compassione, «rispettiamo il suo silenzio anche noi e non vogliamo aggiungere altro. Certo abbiamo veduto piazze piene per manifestare contro la mafia, adesso la piazza di Eraclea è vuota, nessuno dice più nulla, nemmeno in rete o attraverso i social. Silenzio inquietante e una cittadina che è stata coperta dal fango. Adesso si tratta prima di tutto di ricostruire una persona che ha sofferto sicuramente tanto». —



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