Libraio

Federico Bucci in calle Lunga San Barnaba ha aperto una delle tre librerie antiquarie in città, “I Segni Del Tempo”. Uno scrigno per chi ama i libri antichi e vuole riscoprire l’odore della carta. Bucci è nato a Senigallia ma ha voluto trasferirsi a Venezia, in contro tendenza. E non se ne pente nonostante il crollo del turismo e l’acqua alta. A proposito di questa dice: «Non è l’acqua alta che rovina la città, ma la mano dell’uomo».
Inizia a trattare libri antichi oltre vent’anni fa. Dalle Marche si sposta spesso a Padova dove ha uno zio che fa questo mestiere. Grazie a lui si avvicina e si appassiona a queste opere d’arte. Quindi è arrivata la decisione di sbarcare a Venezia, a Dorsoduro, da sempre il sestiere degli artisti. «Perché Venezia? Perché la città per secoli è stata fondamentale per lo sviluppo della stampa e della grafica. Sono stati stampati dei capolavori. E poi perché c’è mercato. Del resto in città siamo rimasti in tre ad occuparci di questo tipo di libri. Da me vengono collezionisti ma anche turisti e chi cerca pezzi particolari». E di volumi straordinari che regalano emozioni Bucci ne ha venduti. E ogni volta, quando prima lo acquista e poi lo sta per vendere prova sempre delle forti emozioni. «Ora sono molto orgoglioso di un volume scritto di pugno suo dal pittore bellunese Ippolito Caffi, sullo studio della prospettiva. Volume raro di un pittore che ha lavorato parecchio a Venezia». Come per la sua professione che lo porta a cercare le cose meno scontate, anche il suo luogo del cuore non è scontato. «Quando devo indicare un posto ad un cliente che mi chiede un consiglio su cosa visitare, non ci penso due volte e lo mando alla Chiesa dei Mendicoli. La chiesa più bella di Venezia». —
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