L’antico borgo non sarà recuperato

ALTINO. Più di tutto ai cittadini, ma anche a chiunque ne conosca e ne abbia apprezzato nel tempo il valore, dispiace per l’antico borgo di Portegrandi, un unicum nel suo genere, un piccolo...

ALTINO. Più di tutto ai cittadini, ma anche a chiunque ne conosca e ne abbia apprezzato nel tempo il valore, dispiace per l’antico borgo di Portegrandi, un unicum nel suo genere, un piccolo gioiellino che si sta pian piano consumando, dopo aver atteso invano per anni il recupero. All’interno del grande sogno mancato che è il Piruea di Portegrandi, andato in fumo con il fallimento delle società patrimoniali coinvolte (prima la Marina di Portegrandi srl), poi l’immobiliare Vivaldi srl, c’era il recupero degli antichi casolari, del vecchio ristorante, il restauro della piazzetta che avrebbe dovuto essere dedicata ad Ernest Hemingway, una testimonianza secolare che rischia di andare perduta. I lavori erano anche partiti, poi si è fermato tutto.

La Lega lunedì ha puntato il dito contro la nuova e la vecchia amministrazione, colpevoli, a suo dire, di essersi fatte “abbagliare” da grandi cifre e numeri. L’ex sindaco, Loredano Marcassa, per un certo periodo ha creduto nel mastodontico piano che prevedeva campi dal golf, alberghi, terrazze vista laguna, un laghetto e persino il ripristino del collegamento acqueo con Venezia. «Parliamo di un progetto che si trascina dal 1985», si difende Marcassa, «non abbiamo messo le mani sulla Conca, abbiamo solo dato la possibilità di ampliare la zona per creare attività e benessere a Portegrandi che era una località che stava morendo, questo volevamo. A fine 2011, durante l’ultimo consiglio comunale prima di finire il mandato, abbiamo chiuso con la Vivaldi, dicendo chiaro e tondo ‘andiamo a portare a casa quanto ci spetta’, ma è qualcun altro, non certo noi, che ha concesso delle proroghe, così si è solo procrastinata l’agonia un altro anno».

E gli oneri che il Comune avrebbe incassato? «Erano 9 milioni e mezzo di benefici in funzione della viabilità, dello sviluppo, noi intascavamo servizi, concretamente ci venivano in mano circa 700 mila euro, il resto erano solo lavori che venivano eseguiti: le rotonde, la nuova viabilità in direzione San Donà, un fabbricato del Comune, il famoso bosco, i parcheggi, i corridoi ecologici». Prosegue Marcassa: «Ci spiace tantissimo per come sono andate le cose e il nostro più grande cruccio rimane il mancato recupero del vecchio borgo storico, ma la colpa non può essere certo nostra, la Lega dovrebbe informarsi bene».(m.a.)

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