Il Tribunale salva la Nuova Pansac

C'è l'ok alla ristrutturazione del debito, l'azienda può ripartire
L’esterno dello stabilimento della Nuova Pansac di Mira
L’esterno dello stabilimento della Nuova Pansac di Mira
 MIRA.
Sul piano finanziario della Nuova Pansac c'è l'ok del tribunale di Milano, che ieri ha depositato il decreto di omologa (il sostanziale via libera) che promuove il piano di ristrutturazione del debito dell'azienda collassata di Fabrizio Lori. Un passaggio chiave per la società di Mira, che allontana i fantasmi dell'ipotesi fallimento, anche se da oggi ci sono quindici giorni per eventuali opposizioni alla scelta del tribunale. La decisione dei giudici è arrivata dopo aver valutato il piano finanziario del gruppo - il cui debito il 31 maggio scorso era arrivato a oltre 240 milioni di euro - e aver chiesto un supplemento di documentazione per fotografare l'evoluzione dello stato di salute di Nuova Pansac negli ultimi mesi. La prima e fondamentale conseguenza della decisione del tribunale di Milano è lo sblocco di un credito di circa 40 milioni di euro che le banche coinvolte nel piano (una quindicina di istituti) avevano concordato con l'azienda e che permetterà, tra le altre cose, di saldare le spettanze e pagare aziende fornitrici che ancora non hanno visto un euro e che in passato si sono opposte all'accordo di ristrutturazione. E' il caso, per fare un esempio, della Cbr Chimica di Povegliano Veronese, che avanza circa 50 mila euro. «Siamo soddisfatti - spiega Fabio Gandolfi, amministratore delegato di Nuova Pansac - perché la pronuncia del tribunale rende effettivo il piano industriale, che aveva già ottenuto l'ok degli istituti finanziari, dei creditori e dell'azionista, consentendo alla società di attuare il piano di rilancio grazie ai nuovi finanziamenti indispensabili per consentire all'azienda di riportare la stabilità gestionale e produttiva». Il piano di risanamento prevede il conferimento del ramo d'azienda della Nuova Pansac alla Pansac International. Alla prima, che diventerà una holding, resteranno i debiti, che saranno saldati un po' alla volta con la vendita degli asset non strategici. La Pansac International sarà invece molto più snella e con un debito di 65 milioni di euro, di cui poco meno di 40 dovuti proprio al nuovo finanziamento destinato a sbloccarsi nell'arco di una ventina di giorni. Spetterà alla nuova società - produzione concentrata a Mira, Marghera e Zingona mentre Portogruaro è ormai segnata - recuperare clienti e mercato. L'ultimo anno di incertezza non è certo stato d'aiuto. Oggi a Mira sono attive tra le 8 e le 10 linee (su 42), i lavoratori in cassa integrazione sono saliti a quasi duecento e soprattutto, chiusa la sede di Milano, l'azienda ha la necessità di ricostruire quanto prima l'area commerciale per andare a caccia di clienti in un mercato in cui i contratti di fornitura non sono quasi più annuali ma vengono negoziati in media ogni 2-4 mesi. Ora i sindacati aspettano di vedere concretizzato il piano di rilancio. «Ora - dice Massimo Meneghetti, Femca Cisl - non ci sono più alibi».  

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