Il futuro delle barche elettriche Una nuova topetta a Murano

Opera del maestro d’ascia Giovanni Da Ponte, varo sabato nel cantiere “Il Barcarizzo”. Imbarcazione in legno, propulsore non inquinante 

l’altra mobilità

Ripartire dall’elettrico. Barche tradizionali in legno, motori senza benzina, silenziosi e non inquinanti .Una scommessa che può essere vinta. E che in questo momento di post-pandemia trova terreno fertile. Sabato a Murano, nel cantiere Barcarizzo di Maurizio Agabitini, in calle San Cipriano, viene varata una nuova imbarcazione costruita dal maestro d’ascia Giovanni Da Ponte. Trentacinque anni, un passato da aiutante alla Certosa, Giovanni è diventato maestro d’ascia dopo aver frequentato i corsi di Confartigianato. Una grande passione per le barche tradizionali. «Elettrico e legno matrimonio perfetto», dice, «è la barca a emissioni zero. Silenziosa e non inquinante».

Il propulsore è un motore di tipo Mitek. Gli ultimi modelli cominciano a essere anche meno costosi. E soprattutto le batterie durano di più. Autonomia di qualche ora a velocità minima. Con la possibilità di visitare la laguna senza produrre inquinamento e moto ondoso. E senza disturbare gli animali.

Una festa per il varo della nuova topetta, destinata alla Svizzera. «Lì la sensibilità ambientale è molto avanzata», dicono in cantiere. Nei laghi di Lugano e Lucerna da molti anni la circolazione delle barche è limitata ai propulsori elettrici. Una sorta di parco dove entrano solo i motori non inquinanti.

Un sogno che adesso interessa anche la laguna. Prototipi di motori elettrici sono stati presentati al Salone Nautico lo scorso anno. Quest’anno doveva esserci il lancio in grande stile, a detta del Comune e del sindaco Brugnaro. Tutto sospeso per il Coronavirus. Ma da anni circolano in laguna esemplari di barche elettriche. Alla Certosa adesso un appassionato di laguna inglese ha fondato la società Classic boats. Organizza gite in laguna su barche elettriche. Alilaguna ha in servizio da tempo un battello ibrido ed elettrico, altri tentativi sono stati fatti nel campo del trasporto e dei taxi con Luigi Garizzo. Il problema resta quello della durata delle batterie. E delle colonnine per ricaricarle, che adesso ancora non esistono. —

ALBERTO VITUCCI

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