Il conte Ancillotto, l’eroe del cielo

In occasione del centenario della Grande Guerra, San Donà ritrova il suo antico spirito e i suoi eroi. Le battaglie sul Piave e il sangue versato dei tanti morti per la Vittoria contro il nemico austriaco, in queste terre brumose hanno lasciato il segno. Così San Donà riscopre un eroe incompreso e il suo fascino. Giannino Ancillotto è tutt’uno con il monumento che lo ricorda in piazza Indipendenza, l’aereo stilizzato che racconta nella pietra le sue imprese prima e dopo la Grande Guerra, l’epica trasvolata in Perù e Sud America.
Chi era Giannino? Lo scopriamo a Fiume, nella mitica avventura dannunziana, dove l’aviatore sandonatese fu impegnato in alcune azioni, confermato da un lasciapassare e lettera del comandante D’Annunzio, sì proprio Gabriele: “Mani eroiche, come le tue e quelle dei compagni, saranno forse più abili che le mani diplomatiche disarmate. Vi abbraccio. Buon viaggio! Il tuo Gabriele D’Annunzio”.
Nell’occasione del 90° Anniversario della morte dell’aviatore medaglia d’oro San Donà dedica all’eroe sandonatese una mostra storica, curata dai Musei Civici Sandonatesi, che anticipa le iniziative del centenario della Grande Guerra. L’evento, grazie alla collaborazione con l’Aeronautica Militare, 3° Reparto Manutenzione Velivoli, la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, Marco Polo System Geie, il Museo dell’Aria di San Pelagio, il Museo del Piave “Vincenzo Colognese” e collezionisti privati, ripercorre la vita di Ancillotto attraverso cimeli, documenti, ricostruzioni, documentazione fotografica e preziosi inediti. Non mancano dipinti d’epoca dedicati all’eroe, da ricostruzioni, plastici e modellini che raffigurano l'intensa vita del giovane aviatore.
Quando si parla del conte Ancillotto, torna in mente l’incredibile attraversamento del “drachen” austriaco, pallone con compiti di osservazione, nei cieli di Rustignè, impresa che gli valse la medaglia d’oro al valor militare. Non fu solo immortalato nella prima pagina de “La Domenica del Corriere” nel 1918, ma divenne soggetto di copertina dei quaderni di scuola. Nell’aprile del 1924 Treviso gli conferiva la cittadinanza onoraria per l’abbattimento notturno dei due caccia, impresa per la quale l’eroe aveva anche riportato la terza Medaglia d’Argento al Valor Militare. Un eroe internazionale, ma riservato e modesto. L’impresa di abbattimento del Drachen di Rustignè divennte tanto celebre che, nel 1938, fu ricordata in una rubrica di “Topolino”. (rubrica “Lanterna Magica” in “Topolino”, n. 308 del 1938).
Dopo le varie imprese europee e internazionali, rientrato in Italia, Ancillotto, decise di riprendere a Torino gli studi di ingegneria che aveva lasciato in sospeso. Mantenne la sua indole mite e riservata, rifuggendo gli onori. I compagni di università non sapevano neppure chi fosse e vennero a scoprirlo da altri per caso. Il 17 ottobre 1924 Giannino Ancillotto decise di partire con la sua Alfa-Romeo, per essere a San Donà il giorno successivo e organizzare l’accoglienza di altre medaglie d'oro prima di uno storico raduno a Redipuglia. Ma a Caravaggio l’auto uscì di strada finendo in un fossato. Così fu stroncata a soli 27 anni la vita del grande eroe che oggi la città finalmente ricorda.
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