Il comandante Sanna saluta la Polfer di Mestre «Un’esperienza unica»

mestre. Un poliziotto, ma di quelli con una grande umanità, necessaria quando si lavora in un ambiente delicato dal punto di vista sociale, come lo è una stazione ferroviaria. Dal primo novembre sarà in pensione il comandante della Polfer di Mestre, Giorgio Sanna. Una carriera iniziata alla Stradale di Modena, dove è stato per otto ani. Dalla Stradale alla Polizia giudiziaria e poi il salto alla Squadra mobile, sempre di Modena, dove è rimasto fino al 1996. Nel ’94 partecipò alla sparatoria nel corso della rapina di Felice Maniero alla pinacoteca estense. «Essere nella Mobile è stata la più bella esperienza della mia carriera perché ho fatto il vero poliziotto», racconta. Dopo altre tappe, nell’agosto del 2016 l’arrivo alla Polfer a Mestre. «Un’esperienza unica e credo che in questi anni siano stati raggiunti risultati importanti in termini di sicurezza».
I temi caldi restano i furti, i borseggi dei pendolari. In buona parte risolto invece quello dei portabagagli abusivi. Sanna ha vissuto da vicino gli anni della trasformazione della stazione di Mestre, sempre più punto di riferimento per i turisti che oggi gravitano attorno al nuovo distretto di ostelli e alberghi in via Ca’ Marcello. I dati degli ultimi quattro anni, dal primo gennaio del 2016, raccontano di 8.500 pattuglie di cui 430 a bordo treno, oltre 500 treni scortati, 59 arresti, circa 900 denunce e, purtroppo, anche 13 suicidi lungo i binari. Nel complesso sono state quasi 40mila le persone controllate. Ma le stazioni, si sa, hanno anche a che vedere con le fughe da casa, soprattutto quando si è adolescenti: in questi 4 anni sono stati 94 i minori rintracciati, mentre sul fronte della lotta allo spaccio e al traffico di droga sono stati recuperati 40 chili tra oppiacei e cannabinoidi. Uno degli episodi che ricorda di più, l’investimento dell’ottobre 2016: tre agenti si infilarono sotto il treno per fermare l’emorragia di una ragazza investita. È anche grazie a quei poliziotti se la ragazza ce l’ha fatta. —
F.Fur.
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