I passeri sono scomparsi: -65%

Passeri neppure più solitari. Stanno addirittura scomparendo, nel Veneto Orientale, dimenticati da chi era abituato a vederli svolazzare da un albero all'altro, oppure a sbeccottare su strade e piazze in cerca di briciole. Un calo del 65 per cento per quella che era la specie di uccelli più numerosa.

Lo denuncia l’Associazione naturalistica sandonatese di Michele Zanetti. «I passeri erano banalità domestica», ricorda, «grigiore quotidiano e urbano. Perché nessuno in questa società che non cessa di celebrare le proprie mediocrità e i propri insulsi ed effimeri eroi, si è mai accorto di quanto fossero importanti. Sospetto sia stato per questo che i passeri hanno deciso di scomparire. Hanno cominciato a eclissarsi, abbandonare la scena e a darci il benservito. Ma a quel punto, nel momento stesso in cui le albe, i cortili e i tetti sono diventati silenziosi, ci si è resi conto di quanto fossero importanti. Per questo, noi, ora, abbiamo voluto ricordarli ai nostri concittadini: perché i passeri erano la musica di fondo dei nostri momenti d’ozio, delle nostre pene d’amore adolescenziali, dei lunghi pomeriggi estivi dell’infanzia».

Ma cosa mai è accaduto al passer domesticus, si chiedono i naturalisti? La domanda necessita di ricerche specifiche. «In Gran Bretagna», dice Zanetti, «c’è un premio di 5.000 sterline a chi svelerà il mistero. Questo significa che il problema è serio, se è vero che il calo europeo della popolazione di questa specie ha raggiunto un valore del 65%: per il Veneto orientale sono cifre da paura. Noi non abbiamo risposte, ma qualche ipotesi la possiamo comunque azzardare. Si tratta, probabilmente, di una serie di concause. Un decremento vistoso di nicchie d’habitat idonee alla specie, di sostanze chimiche impiegate in agricoltura e di patologie virali, magari trasmesse da qualche commensale del passero stesso, ma che interessa anche noi uomini». (g.ca.)