Grandi Navi, ecco chi sono gli indagati del caso Msc

Venezia, la compagnia rimborsa i passeggeri e molti decidono di restare a bordo in attesa di ripartire venerdì alla volta di Bari
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 04.06.2019.- Nave MSC Opera ormeggiata al Porto di Venezia.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 04.06.2019.- Nave MSC Opera ormeggiata al Porto di Venezia.

VENEZIA. La Msc Opera rischia di restare ancora a lungo agli ormeggi forzati in Marittima. Dopo aver dovuto annullare la partenza prevista (con troppo ottimismo) per lunedì scorso, la Compagnia ha annunciato la nuova partenza per venerdì 7, per poter raccogliere a Bari i passeggeri lì in attesa d’imbarco e tornare già sabato 8 a Venezia, per poter così ricominciare la sua attività con una nuova crociera verso la Grecia. Programma non impossibile, ma molto difficile.

La pm Lucia D’Alessandro, infatti, sta preparando i quesiti da sottoporre al perito della Procura, per poi notificare la data dell’udienza agli avvocati dei sei indagati per gli accertamenti tecnici “irripetibili”: il comandante della nave Carmine Siviero e l’ufficiale responsabile della sicurezza, Giuseppe De Maio; i due piloti del porto a bordo della grande nave al momento dell’incidente Vladimiro Tuselli (già a Trapani, a Venezia da 4 anni) e Stefano Russignan; i due comandanti dei rimorchiatori Andrea Ruaro e Giuseppe Adragna.

«I nostri comandanti hanno agito con estrema professionalità», commenta il presidente della Panfido, Davide Calderan, «nel momento dell’avaria della Msc Opera, il rimorchiatore di sinistra ha spinto al massimo evitando che andasse a sbattere contro la città, quello posteriore è riuscito a rallentarne la corsa: l’impatto sarebbe stato maggiore».

Tutti - comandanti e piloti - sono stati iscritti al registro degli indagati come atto dovuto per permettere alle parti di nominare propri consulenti: ipotesi di reato, «danneggiamento con pericolo colposo di naufragio» .

Tant’è, al momento ancora nessuna udienza è stata convocata per il conferimento della perizia, accertamento tecnico che certo non si risolverà in poche ore: c’è da ricostruire la dinamica dell’incidente, il perché di quell’interruzione delle comunicazioni tra plancia di comando e sala macchine, seguita al blocco di uno dei motori e al proseguimento in marcia avanti dell’altro, fino all’impatto.

«C’è massima disponibilità da parte della Compagnia a rispondere a qualsiasi esigenza della Procura. Certo, speriamo che l’udienza si possa svolgere giovedì», commenta l’avvocata Sara Franchini, che rappresenta i due ufficiali dell’Opera.

«La Procura ha posto sotto sequestro parte del motore e del sistema di propulsione della nave», osserva l’avvocato Giorgio Bortolotto, difensore dei due piloti del porto, «e bisognerà verificare anche l’impianto elettrico: non bastano poche ore. Quello che è accaduto lo ha raccontato il pilota nelle comunicazioni con la Capitaneria, che tutti hanno sentito: una perdita dei comandi e dei contati tra plancia e sala macchine, per un’avaria. Nell’emergenza, hanno tutti dimostrato grandissima professionalità, riuscendo ad evitare il peggio».

L’indagine passerà dalle mani della sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia D’Alessandro (che domenica era di turno) a quelle del pubblico ministero Giorgio Gava.

Si potrebbero così allungare di molto i tempi di permanenza in città della Msc Opera, in questi giorni trasformata in un lussuoso hotel: 1868 passeggeri hanno, infatti, accolto l’offerta della compagnia che - assicurato a tutti il rimborso della crociera e delle spese - ha anche dato l’opportunità di restare a bordo, con navetta andata e ritorno in piazza San Marco, attività di bordo. Solo in 392 hanno scelto di tornare a casa.

Quindi, ormeggi forzati fino a data da destinarsi, anche se tecnicamente la Msc Opera è al momento in grado di salpare ed è stata risolta l’avaria che l’ha mandata a sbattere in un drammatico frontale con il fluviale “River Countness”.

Quattro le passeggere ferite: una signora 71enne neozelandese è stata operata in queste ore alla spalla, al Civile. Ancora ricoverata anche una 66enne australiana, per un forte trauma alla schiena e al torace. —


 

Argomenti:grandi navi

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia