Dagli ingoiatori ai corrieri insospettabili, come è cambiato il traffico di droga all'aeroporto di Venezia

Fermata e condannata una 60enne con 10 chili di eroina. È emerso che la donna era un semplice corriere pagato per portare in Europa l’eroina. E in particolare in Italia. I trafficanti che l’hanno usata pensavano, vista l’età, che non sarebbe stata controllata. Si sono sbagliati
PELLICANI TESSERA 06/06/2007 Aeroporto Marco Polo controlli GdF cane anti-droga © Bertolin M.
PELLICANI TESSERA 06/06/2007 Aeroporto Marco Polo controlli GdF cane anti-droga © Bertolin M.

VENEZIA La donna era arrivata all’aeroporto Marco Polo proveniente dal Sudafrica.

Il biglietto era pagato solo fino a Venezia e solo andata. Nella valigia non aveva soltanto documenti, indumenti intimi e vestiti. Infatti in un doppiofondo erano nascosti dieci chili di eroina. Scoperti, durante un controllo, dalla Guardia di Finanza.

Era il 28 dicembre scorso e ieri mattina Veronica Phillips Francis, 60 anni, originaria della Tanzania ma residente in Inghilterra, ha patteggiato 5 anni di carcere, Ora è rinchiusa nel carcere femminile della Giudecca dove di trova dal momento dell’arresto.

I finanzieri al Marco Polo con lei sono andati a colpo sicuro e forse avevano una dritta su cosa trasportava. Sta di fatto che poi le indagini sono state affidate al Gico della finanza di Mestre.

È emerso che la donna era un semplice corriere pagato per portare in Europa l’eroina. E in particolare in Italia. I trafficanti che l’hanno usata pensavano, vista l’età, che non sarebbe stata controllata. Si sono sbagliati.

Finito il tempo degli ingoiatori. Un tempo c’erano gli ingoiatori, disperati che rischiavano la vita per far sì che il loro stomaco facesse da contenitore allo stupefacente da trasportare in Italia. Poi anche loro sono passati di moda.

Troppi rischi (non certo legati alla vita del malcapitato corriere) uniti a una capacità sempre più spiccata da parte delle forze dell’ordine di stanarli e arrestarli.

I nuovi corrieri della droga. Ora all’aeroporto Marco Polo di Venezia i nuovi corrieri della droga sono sempre più insospettabili. Ultimo in ordine di tempo, il caso della donna, 60enne, incensurata, che trasportava nel doppio fondo della sua valigia dieci chili di eroina.
 
L’eroina infatti, vista la quantità di oppio prodotto in Afghanistan, è ampiamente disponibile sul mercato.
 
I sequestri del 2019. Complessivamente, facendo una stima per difetto, sono oltre venti i chili di sostanza stupefacente sequestrati al Marco Polo, 8 e mezzo dei quali insieme alla Dogana.
 
L’eroina, seguendo le nuove rotte del traffico, arriva principalmente dal Sud Africa e dal Nord Europa (questo è il tragitto che compie in particolare l’eroina gialla).
 
Per quindici anni  al Marco Polo di Venezia sono transitati schiere di ingoiatori. Ciascuno di loro era in grado di trasportare nello stomaco fino a 1,5 chili di sostanza. 
 
Poi l’asse del traffico si è spostato più a Nord, a Rotterdam, definito ormai il porto europei per i traffici di droga.
 
Da ingoiatori a insospettabili. Come facevano le forze dell’ordine a scovare gli ingoiatori scesi dall’aereo a Venezia? Un solo biglietto e nel bagaglio confezioni di farmaci per l’intestino. Questo era l’identikit.
 
Poi con il tempo è cambiato anche il metodo di spostamento della droga: ora i trafficanti usano degli insospettabili, anziani in particolare. Nelle loro valigie oltre al doppio fondo per nascondere lo stupefacente spesso c’è del caffè, che serve a sviare il fiuto dei cani antidroga.
 
Le indagini però si fanno sempre più sofisticate. E gli investigatori riescono a bloccare anche gli insospettabili. 
 
 
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia