Caso Ferraro, chiesto il giudizio

Morì in ospedale a Portogruaro. Accusato un infermiere
L’ingresso dell’ospedale civile di Portogruaro
L’ingresso dell’ospedale civile di Portogruaro
 
VENEZIA.
Le trattative tra le parti sono in corso per trovare l'accordo per risarcire i parenti del morto, intanto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di un infermiere dell'ospedale di Portogruaro accusato di omicidio colposo per la morte, il 13 luglio 2009, dell'80enne Luigi Ferraro.
 Il giudice veneziano Luca Marini, ieri, ha rinviato l'udienza al 12 ottobre prossimo per permettere agli avvocati Renato Alberini e Augusto Palese per le due parte civili e all'avvocato Antonia Mazzola per l'indagato di trovare un accordo sul risarcimento del danno provocato dal decesso. Se andasse in porto la trattativa, in caso di condanna l'accordo influirebbe sull'entità della pena.  Stando al capo d'imputazione S.P. (41 anni, Portogruaro) era infermiere presso la stroke unit del nosocomio portogruarese (si tratta della struttura sanitaria che affronta le emergenze provocate dagli ictus nei pazienti) avrebbe cagionato la morte dell'anziano, che era ricoverato presso l'ospedale già da due giorni, infilandogli malamente il sondino naso-gastrico. Nonostante le indicazioni presenti sulla cartella clinica di Ferraro, che davano atto dell'impossibilità di posizionare il sondino, l'infermiere di sua iniziativa lo avrebbe introdotto in maniera errata. In particolare, l'avrebbe infilato non nell'esofago, bensì nella trachea e, spingendolo molto più in fondo di quello che doveva, avrebbe perforato il bronco destro e anche il diaframma. La perforazione avrebbe provocato un'emorragia, stando al medico legale che aveva eseguito l'autopsia, e in seguito un pneuma torace e l'arresto del cuore di Ferraro. Inizialmente, oltre all'inferimiere erano finiti sotto inchiesta anche due medici per omicidio colposo, ma per loro il rappresentante della Procura ha chiesto l'archiviazione.

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