Calci alla pancia del padre per strappargli il borsello

VENEZIA. Rapina il padre per l’eredità della madre. Un borsello con dentro 2.000 euro, nella casa delle vacanze di Alleghe. Il 35enne veneziano Federico Ongaro è a processo per rapina e lesioni personali nei confronti di Rinaldo Ongaro. Entrambi i reati sono aggravati, perché la parte offesa ha più di 65 anni. Fra l’altro, si è costituita parte civile con l’avvocato Matteo Scussat. Sono saliti nell’aula al primo piano del palazzo di giustizia di Belluno tre anni di litigi e denunce in famiglia per l’eredità di Adriana Doralice, la moglie di Rinaldo e la madre dell’imputato e dei fratelli Enrico e Guenda, che è morta in un incidente stradale a bordo di un suv, nel luglio di tre anni fa, in una scarpata all’altezza della latteria di Livinallongo del Col di Lana: soldi, gioielli, pellicce, negozi, l’albergo veneziano Vecellio di Fondamenta Nuove e una ditta di lavorazione del marmo.
Un patrimonio molto rilevante, del quale la donna ha disposto la nuda proprietà ai figli, ma anche l’usufrutto al marito. I tre uomini se la stanno contendendo a colpi di carte bollate, mentre la figlia femmina si è rimessa alle volontà della madre e aspetta il suo turno.
I reati contestati dal pubblico ministero Roberta Gallego all’imputato difeso da Paolo Patelmo e Giorgio Gasperin riguardano il 10 agosto dell’anno scorso. Quando l’imputato arriva in moto con casco, tuta in pelle e guanti nella casa di Alleghe e sottrae in maniera violenta al genitore un borsello contenente questi soldi. La dinamica è descritta nel capo d’imputazione letto in aula dal presidente del collegio Antonella Coniglio (a latere Elisabetta Scolozzi e Cristina Cittolin): lo scaraventa a terra, colpendolo con delle ginocchiate alla pancia e tentando anche di sferrargli dei pugni all’altezza dei testicoli. In più, lo minaccia dicendogli «guarda che ce l’ho sempre in tasca» e riferendosi probabilmente a un’arma. Le ginocchiate e i pugni provocano all’uomo delle escoriazioni a entrambe le braccia e nella zona dell’inguine per una prognosi totale di cinque giorni.
Partenza dell’udienza di smistamento con le richieste del pm Gallego, che ha presentato la propria lista di testimoni, produrrà i certificati medici e sentirà anche l’imputato, poi il difensore di parte civile ha messo sul tavolo la dichiarazione di successione di Doralice, la pubblicazione del testamento olografo, lo stesso testamento e un documento di stima del valore dell’eredità. A seguire, è riuscito a far cancellare due testimoni della difesa: l’agente di polizia giudiziaria, che ha ricevuto la telefonata di soccorso della parte offesa il giorno dell’aggressione e il medico del pronto soccorso. Il primo può riferire solo della telefonata (senza verbale) e non sulla moto dell’imputato eventualmente danneggiata a sprangate e per il dottore c’è già il certificato. Sufficiente.
Il difensore Gasperin non ha potuto che prederne atto: vorrà dire che si affiderà ad altre deposizioni. La prima udienza è stata messa in calendario per il 20 aprile dell’anno prossimo, alle 9.30.
Gigi Sosso
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