Argos «illegittimo» e Comune condannato dovrà risarcire le spese, ora è rischio caos

VENEZIA. Argos illegittimo. Comune condannato. Anche a risarcire le spese al motoscafista per un totale di 574 euro, più le spese generali. Nuova tegola per Ca’ Farsetti sul fronte del traffico acqueo. Il giudice civile d’appello Maria Carla Quota ha respinto il ricorso presentato dal Comune, confermando la sentenza del giudice di pace del 2017. E dando ragione al ricorrente, Massimo Canonico, titolare dell’omonima ditta individuale di trasporto pubblico non di linea. Multa annullata e Comune condannato a risarcire le spese.
Il sistema di controllo della velocità «Argos», operativo in Comune da dieci anni e costato due milioni di euro, è «illegittimo». Perché non è mai stato omologato e tarato dal ministero delle Infrastrutture, come prevede la norma e le sentenze della Corte costituzionale. Insomma, anche alla circolazione acquea può essere applicato il sistema di controllo della velocità previsto per la circolazione stradale. Ma occorre prima omologare lo strumento.
Sembra incredibile, ma questo non è mai stato fatto. Adesso il rischio è che la sentenza della Corte d’Appello, la seconda del genere in poche settimane sullo stesso argomento, possa avere effetti di ricaduta, anche retroattivi.
A farne le spese sarà la città, nel momento in cui il giudice certifica che il sistema di controllo non è «legittimo». Per i mancati introiti delle multe e anche per i cessati controlli.
«Sarà tutto risolto con la nuova Control room al Tronchetto», replicano da Ca’ Farsetti. Il sistema Argos, introdotto dalla giunta Cacciari, poi confermato dalle altre amministrazione e gestito dai vigili urbani, prevede la segnalazione con telecamere delle infrazioni alla sala di controllo, ora alla ex scuola Poerio di piazzale Roma. Non molte le sanzioni inflitte in questi anni, per la necessità di avere a disposizione una pattuglia che contestasse l’infrazione. E a un certo punto le categorie hanno avviato una raffica di ricorsi.
Resta il problema del traffico, e delle velocità in molti casi sostenute in Canal Grande.
Adesso l’unico modo per controllarle, in attesa della nuova sala operativa, sono i telelaser, alla presenza di una pattuglia di vigili. E il Comune attende il passaggio dei poteri sulle acque della laguna, oggi di competenza del Magistrato alle Acque e dell’Autorità portuale.
Ma al di là dell’episodio singolo, è l’intera politica del traffico acqueo in laguna a essere messa sotto accusa. Pochi giorni fa un altro giudice del Tribunale ha dato ragione a un motoscafista titolare di licenza «rossa», quindi non rilasciata dal Comune. «Non possono essere esclusi dalla circolazione in Canal Grande», la sentenza.
Insomma, un grande pasticcio. Negli ultimi 25 anni le norme e le ordinanze sono state firmate in serie. Divieti che incontrano sempre ricorsi al Tar e al Tribunale. E adesso arrivano le sentenze. «Abbiamo dimostrato che il sistema di controllo Argos è illegittimo», commenta soddisfatto l’avvocato Jacopo Molina, autore del ricorso. —
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