Alpi Eagles fallita, questione di giorni

E la nuova compagnia veneta non può usare il nome Eagles
Paolo Sinigaglia non ha trovato un compratore della sua compagnia
Paolo Sinigaglia non ha trovato un compratore della sua compagnia
 
TESSERA.
Se non tra poche ore tra qualche giorno «Alpi Eagles» sarà dichiarata fallita dal Tribunale di Venezia. Il commissario, il commercialista mestrino Gianluca Vidal, l'aveva già chiesto al termine dei due anni dell'amministrazione straordinaria depositando la sua relazione ancora sei mesi fa, ma il giudice delegato di Venezia, Roberto Simone, aveva dato ancora qualche mese al proprietario di un tempo, l'imprenditore padovano Paolo Sinigaglia, il quale aveva fatto intendere che c'era un'acquirente - forse russo, forse cinese - disposto a sborsare il milione e mezzo di euro per comperare la compagnia aerea veneta. All'udienza del 3 maggio, però, non si è fatto avanti nessuno ed è stata chiesta un'ulteriore proroga. Ma questa volta, il magistrato ha deciso di investire il collegio della questione, senza concedere alcuna proroga. Presumibile, quindi, nei prossimi giorni il Tribunale non solo non concederà ulteriori rinvii, ma deciderà per il fallimento.  Nel frattempo, la prima sezione del Tribunale presieduta dal giudice Francesco Spaccasassi ha accolto il reclamo del commissario Vidal e ha ribaltato la decisione del giudice di primo grado, che aveva respinto il suo ricorso contro la nuova compagnia aerea veneta «Eagles Airlines». Il magistrato aveva sostenuto che la parola inglese eagles tradotta significa semplicemente aquile e che soprattutto è molto utilizzata nel mondo dell'aereonautica, assurdo quindi impedire che altri la possano utilizzare. Il Tribunale, invece, ha ritenuto che in questo caso quella parola faccia parte del marchio della compagnia fondata da Sinigaglia e come tale vada salvaguardato. I giudici hanno scritto che per ogni volo effettuato con il marchio «fuorilegge», l'amministratore delegato dovrà versare al commissario una notevole cifra. «Alpi Eagles» dal 2008 è in amministrazione straordinaria grazie alla così detta Prodi-bis, la legge varata per salvare le grandi aziende in crisi, ma alla scadenza dei due anni previsti dalla norma il commissario ne aveva chiesto il fallimento perché non aveva trovato acquirenti. Solo vendendo l'azienda, infatti, avrebbe potuto incassare una cifra tale da poter soddisfare almeno in parte i numerosissimi creditori. Il proprietario di un tempo si era opposto sostenendo che era in grado di trovare un acquirente pronto a pagare per prendersi la compagnia aerea che un tempo era sua. Però non ha mai voluto rivelarne l'identità. In novembre il giudice Simone, comunque, per concedere la proroga aveva posto una condizione: chi avrebbe dato la disponibilità ad acquisire «Alpi Eagles» avrebbe dovuto essere disposto a depositare una cauzione del 10 per cento, 150 mila euro. Il commissario Vidal non aveva insistito per il fallimento, ricordando comunque che la scadenza dei due anni dell'amministrazione straordinaria aveva portato la fine della cassa integrazione per i dipendenti che ancora non avevano trovato un altro impiego. I debiti della compagnia aerea, stando ai conti del commercialista mestrino, ammontano a circa 60 milioni di euro, soldi che «Alpi Eagles» deve a banche, società di gestione aeroportuale tra cui la Save di Tessera.

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